Homs, a 500 giorni dall’assedio, il silenzio e la desolazione – Video

Homs 28 settembre 201330 settembre 2013, Homs

Sono passati circa 500 giorni dall’assedio di Homs, città nel cuore della Siria, diventata il simbolo della repressione e del patimento dei civili. Da oltre un anno e mezzo, infatti, 14 quartieri della città vecchia sono sotto assedio: un isolamento totale, che sta lentamente facendo morire gli abitanti rimasti intrappolati in quella che è a tutti gli effetti una prigione a cielo aperto.

Homs, la città della piazza dell’orologio, la città delle mille chiese e moschee, la città del sorriso e dell’intraprendenza, oggi è una città fantasma. Tra le vie del centro gli abitanti si aggirano nel silenzio e nella desolazione. Difficile credere, guardando le immagini, che quelle un tempo fossero realmente case, che un tempo ci vivessero famiglie, coppie, giovani, anziani; difficile pensare che quelle erano strade dove si passeggiava, dove si girava in auto. Difficile ricordare che un tempo Homs era una città viva.

L’assedio a Homs continua a provocare morti: oltre alle vittime dei bombardamenti, che non sono mai cessati, oltre alle vittime dei cecchini e delle esecuzioni, i civili, in particolar modo i bambini, a Homs stanno morendo dagli stenti. Mancano acqua corrente, elettricità, gas, rifornimento di viveri e farmaci. Nei quartieri assediati ci sono oltre 400 famiglie isolate dal mondo. Persino le organizzazioni umanitarie sono impossibilitate dal raggiungere questa città.

Homs, la città dei giovani photo reporter che hanno dato il via ai gruppi “Lens”, con “Len Young Homsi”, che hanno cambiato per sempre il modo di raccontare gli orrori di una guerra, offrendo al mondo lo sguardo dei cittadini inermi.

Non dimentichiamoci di Homs.

Video girato nel quartiere di Juret Al Shayah