Non possiamo amarvi come delfini

Lampedusa 3 ottobre 201322 febbraio 2011 – Ancona

“Ci fanno tenerezza i delfini che vanno a morire sulla spiaggia e proviamo orrore se sulle nostre spiagge arrivano disperati.

Per favore, andate a morire lontano, non disturbateci. Abbiamo altro a cui pensare. Morite in silenzio e se non volete morire state zitti che siete solo schiavi! Ah, e non vi venisse in mente di chiuderci il gas che quassù fa freddo.

Mi sembra una traduzione fedele dei discorsi in politichese che ascoltiamo questi giorni… davvero no comment”

03 ottobre 2013

Esattamente un mese prima che iniziasse la tragedia in Siria avevo scritto queste parole di fronte ad una delle inarrestabili tragedie del mare.

Io che sono nata in una città di mare, che il mare ce l’ho nell’anima e nel sangue.

Non era ancora cominciato il nuovo esodo dei siriani.

Non era ancora iniziata la fuga dalla Siria.

Non erano ancora crollate case, quartieri, città.

Non era sangue del mio sangue quello che si confondeva in mare.

Ma erano i miei figli, le mie sorelle, i miei fratelli, esseri umani che morivano rincorrendo la speranza di una vita migliore.

Allora mi sembravano delfini innocenti arenati su una spiaggia.

Allora, come oggi, provo impotenza e indignazione.