Vi prego, uccidetemi qui, non posso vedere mia figlia morta

Homs 24 giugno 201324 giugno 2013 – Homs

In braccio al padre, come se stesse dormendo.

Il corpicino esanime abbandonato su quella amorevole spalla.

L’uomo, a cui una bomba ha portato via la ragione stessa della sua vita, cerca di tornare verso casa.

Vuole che anche la moglie dia l’ultimo addio al suo angelo.

Rivoli di sangue che scorrono … lacrime trattenute.

Sostenuta da due uomini, lei, la madre, esce di casa a piedi nudi…

“Perché me la portate morta? Vi prego, uccidetemi qui, uccidetemi ora”.

Questa è Homs, questa è la Siria oggi, la Siria da 28 mesi.

Queste persone sono orfane di un’umanità che ha seppellito il suo cuore e la sua coscienza.

Di un’umanità che sembra dire: “Lasciamo pure che Homs muoia, che i bambini vengano uccisi, che la Siria diventi un’immenso cimitero. E’ più importante parlare di interessi politici, economici, sociali… tanto di esseri umani ce ne sono tanti”.

2 commenti

  1. Esseri umani inutili, senza alcun valore etnico e morale, uomini che utilizzano la scusa della religione, della libertà per riempire le tasche dei governi occidentali, uomini che si celano dietro il cristianesimo, la chiesa stessa , dove in una mano hanno la bibbia e nell’altra la bomba.

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