Frans van der Lugt, il ricordo del gesuita ucciso a Homs otto anni fa

Il 7 aprile 2014 venne ucciso a Homs, in #Siria, il gesuita olandese Frans van der Lugt. Il religioso, proprio come padre Paolo Dall’Oglio, aveva dato vita a molte iniziative di dialogo interreligioso, tra cui al Maseer. È stato testimone e vittima dell’assedio di Homs, lanciando appelli in favore della popolazione stremata, ammalata, ridotta alla fame. Nato nei Paesi Bassi, dopo la vocazione era andato in Siria e si era stabilito lì. Chiunque abitasse a Homs lo conosceva, così come lo conoscevano i turisti/pellegrini che si recavano in Siria per riscoprire le antiche orme del cristianesimo. Ci sono molti video in rete dedicati alla sua opera.

Si vede una Siria che non esiste più, una Siria dove le persone di diverse fedi ed etnie si accolgono, si ascoltano, si abbracciano. E no, non per merito del regime, perché, la storia ce lo insegna, il cristianesimo e l’islam sono fioriti in Siria secoli prima dell’arrivo degli Assad. Era ed è nella natura dei Siriani il rispetto e il sentimento di unità come popolo. Oggi queste attitudini sono fortemente compromesse da anni di violenze e dolore, di manifestazioni di odio e di estremismo laico e religioso, ma non si cancella ciò che è nella natura profonda di un popolo. Ci sono anche filmati che lo ritraggono insieme all’imam del quartiere, suo amico, mentre cercano d organizzare l’evacuazione dei civili assediati in presenza degli osservatori Onu.

In questo video, doppiato in italiano, si fa una ricostruzione del pensiero del religioso, come se fosse lui stesso a parlare, arrivando ad esprimere parole di pietà persino per l’uomo che gli si è avvicinato e gli ha sparato da vicino. Riposa in pace Abuna.