Fonte: Avvenire 15/04/2022 di Asmae Dachan
La questione dei diritti umani violati in Siria, tra sparizioni forzate, rapimenti, stupri e torture torna all’attenzione della comunità internazionale. Gli stessi crimini si stanno ripetendo oggi anche in Ucraina, Paese che sta conoscendo gli orrori della violenza dell’esercito russo, da sempre il principale alleato e sostenitore del regime di Bashar al Assad.
“In Siria, mentre la guerra entra nel suo dodicesimo anno, sono migliaia i casi di persone sparite, rapite o detenute illegalmente”, ha dichiarato l’Alto Commissario per i diritti umani delle Nazioni Unite, Michelle Bachelet, che ha anche denunciato come nelle prigioni uomini, donne e bambini, sono sottoposti a violenza sessuale”.
Le famiglie sono all’oscuro del destino dei loro cari scomparsi, una tragedia di enorme portata con persone che scompaiono durante scontri, sfollamenti o detenzioni. “È necessario, ha affermato Bachelet, che le famiglie siano informate sul destino dei loro cari e possano conoscere il luogo in cui si trovano per poter comunicare con loro”. Il capo dei diritti umani delle Nazioni Unite ha anche segnalato casi di abusi e rappresaglie per chi denuncia estorsioni o richiesta di tangenti, così come un “orribile” mercato nero di falsi rapporti di detenzione e interrogatorio.
Bachelet ha dunque annunciato che l’Ufficio dell’Alto Commissario per i Diritti Umani sta preparando un rapporto sulla questione delle persone scomparse in Siria e si impegna a garantire che le vittime e le loro famiglie abbiano voce in capitolo in qualsiasi soluzione. “È essenziale che la comunità internazionale risponda alla portata e all’orrore delle violazioni e dei crimini commessi in Siria adottando misure concrete per difendere più fermamente i diritti umani, la dignità umana e la giustizia”, ha concluso.
Anche Physicians for Human Rights è tornata a occuparsi delle torture in Siria, denunciando che la nuova legge anti-tortura approvata dal governo di Damasco il 30 marzo scorso non affronta i crimini contro l’umanità commessi dal regime. “La legge pretende di criminalizzare la tortura e afferma che le prove raccolte attraverso la tortura non siano valide, ma non fa nulla per le migliaia di siriani che sono stati vittime di tortura in passato”, ha affermato Houssam al-Nahhas, medico e ricercatore di Physicians for Human Rights (Phr)per il Medio Oriente e il Nord Africa. “Non offre loro riparo, sicurezza o risarcimento, né spiega in che modo tale tortura sarà impedita in futuro”, ha aggiunto. Almeno 100.000 civili siriani sono scomparsi con la forza nell’ultimo decennio e diverse migliaia sono morti in detenzione, secondo le Nazioni Unite. “Questa nuova legge ignora questi anni di torture sistematiche che si perpetrano da oltre un decennio e che equivalgono a crimini contro l’umanità”.
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