#Siria, grazie al Veto, il genocidio va avanti – video

22 maggio 2014  – Siria

Aleppo, Jabal BadroLa guerra può procedere, si continui a bombardare e ad uccidere, si continui ad alimentare l’esodo giornaliero di migliaia di persone innocenti. L’ennesimo Veto di Cina e Russia per firmare una risoluzione sulla Siria che prevedeva il rinvio alla Corte Penale Internazionale per indagare su crimini di guerra è arrivato il 22 maggio da New York.

Nessuna interferenza con la campagna elettorale di assad, nessun’interferenza con i suoi piani militari, né con la sua inarrestabile strategia mediatica di restyling della sua immagine. I riflettori del mondo puntati su di lui, l’oftalmologo che ha studiato in Europa e che ha una bella moglie, l’uomo del Sawa, insieme, che ricostruirà la Siria che lui stesso sta distruggendo. E’ la mortificazione dei diritti umani, di ogni valore etico, sociale, politico, religioso, morale.

Lontani dal clamore, sotto il silenzio assordante dei barili Tnt, continuano intanto a morire ogni giorno decine di civili. Restano ancora coraggiosi citizen reporter, che continuano ogni giorno a caricare in rete i video che documentano la realtà dei civili nelle diverse città. Molte località sono ormai semi-deserte: la gente si è rifugiata nelle periferie, nelle tendopoli lungo le linee di confine, oppure cerca di fuggire all’estero.

Così questa mattina Aleppo, una delle città più antiche al mondo, dove abitavano oltre 4,5 milioni di persone, si presenta come una città fantasma, dove insieme alle abitazioni è stato distrutto anche il sogno di libertà di un intero popolo. I negozi e le attività commerciali che hanno reso nota nel mondo queste attività sono ormai abbandonati, così come il millenario suq, il mercato coperto, cinque chilometri di negozi tradizionali saccheggiati, dati alle fiamme e poi bombardati. L’unica cosa che si sente è il tonfo delle bombe e il rumore degli spari. La gente per lungo tempo ha convissuto con i raid aerei, cercando di mantenere la normalità, cercando di continuare a lavorare, finché non è stato più possibile sostenere tante atrocità. Senza corrente, senza acqua corrente, senza lavoro, la gente non ha potuto far altro che darsi alla fuga: sono almeno 700 mila gli abitanti di Aleppo che hanno lasciato la loro città.

A Homs invece, dopo l’evacuazione della zona assediata, le escavatrici sono entrate in funzione per sgomberare i posti di blocco e facilitare le operazioni di controllo da parte delle milizie di quel che resta della martoriata città.

A Dar’à, città simbolo dell’inizio della rivolta contro il regime, dove i primi a pagare sono stati bambini di una scuola elementare, i bombardamenti non si arrestano, aggiungendo nuova distruzione a case ridotte a brandelli e macerie.

Video 1 – Aleppo, una città fantasma

Video 2 – Homs, l’esercito riorganizza la sua presenza nella martoriata città

Video 3 – Bombardamenti su Dar’à