Testimonianza da Homs, continua lo sterminio dei civili assediati – video

Homs 2 marzo 2014 29 marzo 2014 – Homs

Testimonianza del citizen reporter Bebars Al Talawe da Homs, quartiere assediato di Alwaer

“Da 20 mesi ci sono 13 quartieri assediati nella città di Homs e continuano ad elevarsi grida di aiuto da parte della popolazione civile. Homs è stata il cuore della rivolta pacifica e partecipata contro il regime di assad e per questo sta subendo ogni genere di violenza e abuso, nel silenzio del mondo arabo e della comunità internazionale. I bombardamenti sono incessanti sulla zona assediata e vengono impiegate diverse tipologie di armi pesanti.

Per quanto riguarda la situazione umanitaria, si registra la mancanza di ogni bene di prima necessità: manca il cibo, manca soprattutto il latte in polvere per i bambini. Si registrano epidemie legate all’uso dell’acqua dei pozzi. Inoltre, ci sono centinaia di feriti che senza cure e senza nutrimento, di fatto, sono condannati a morire.

Il quartiere di Al Waer vede centinaia di famiglie intrappolate in prigioni a cielo aperto: non possono né uscire dal quartiere, né ricevere aiuti umanitari. Su tutte le zone assediate il regime usa la pratica della morte lenta, tramite una lunga agonia che passa dalla fame alle privazioni. In più, non cessano i bombardamenti, che ogni giorno provocano nuove stragi e i cecchini sono sempre operativi e rendono difficile anche il trasporto dei feriti verso gli ospedali da campo. C’è distruzione ovunque: i quartieri residenziali vengono progressivamente rasi al suolo, le famiglie restano senza case, senza un posto dove andare.

Molta gente, per sopperire alla mancanza di cibo, ha iniziato a coltivare verdure e a consumare erbe spontanee e cerca di sopravvivere nonostante la disumanità del regime. Ma dal punto di vista medico-sanitario, da quando il regime ha occupato l’ospedale Al Berr, trasformandolo in un centro militare, la situazione è allarmante: gli ospedali da campo sono al collasso e mancano farmaci e strumenti. Ogni ferito è un promesso martire, perché non ci sono più i mezzi per curarlo”.

La testimonianza drammatica che giunge da Homs denuncia una situazione ormai al collasso: centinaia di famiglie stanno morendo e non hanno alcuna possibilità di ricevere aiuti a causa dell’assedio. Le famiglie uscite dalla zona assediata a seguito degli accordi di Ginevra 2 sono state accolte in quartieri limitrofi, ma continuano a subire bombardamenti. Nessuno è al sicuro, Homs è una città condannata a morte; intanto nelle zone sotto il controllo del regime le milizie governative e i soldati di hezbollah continuano ad occupare scuole e luoghi di culto per farne basi militari, come è avvenuto con la centenaria moschea di Khalid Ibn Al Walid, la più importante della città e punto di riferimento per milioni di fedeli nel mondo, trasformata in un accampamento militare dopo essere stata bombardata e saccheggiata.

E’ necessario fermare le violenze e aprire immediatamente corridoi umanitari: non lasciamo cadere in vano gli appelli che giungono attraverso la rete dagli abitanti della martoriata Homs.

7 marzo 2014 – Homs: massicci bombardamenti sul centro residenziale

9 marzo 2014 – Homs: la distruzione intorno alla moschea di Ibn Al Walid