12 gennaio 2014 – Erbin Damasco
Foto di famiglia oggi in Siria: non una madre con in braccio il figlio, ma una madre e un figlio avvolti in quelle che erano le loro coperte. Per loro non è stato possibile trovare neppure un sudario bianco, come richiede la tradizione. Dalle dimensioni è evidente che non si tratta di una tomba scavata per due persone; è una fossa comune, che conterrà i corpi di altre vittime innocenti. Le fosse comuni sono sempre più usate purtroppo in Siria, per far fronte all’urgenza di seppellire i corpi delle numerose vittime che cadono durante i bombardamenti.
La donna si chiamava Kholod Tabane, mentre suo figlio si chiamava Emad Zaghloul. Un quadro realizzato dai bombardamenti incessanti del regime siriano che sta sterminando quello che dovrebbe essere il suo stesso popolo. La firma è quella di bashar al assad e dei suoi sostenitori, di ogni nazionalità.
Indignarsi guardando questa immagine, pensando che quella madre col bambino erano come noi, come i nostri figli, deve essere almeno un inizio. L’inizio di un movimento forte di condanna alle violenze, di una mobilitazione mondiale per dire basta al genocidio in Siria, che oltre alla società civile e alle associazioni di volontariato coinvolga il mondo della politica e della diplomazia.
Ciao! Ne approfitto per dirti che oggi, 14 gennaio stato pubblicato un buon articolo(per modo di dire, triste come al solito) sulla Siria e quale potrebbe essere il futuro di quest’ultima. Grazie per il lavoro che fai. Evviva la Siria, forza! 4 anni fa c’ stato il terremoto di Haiti, uno degli eventi pi catastrofici, eppure si sono tirati su. Abbasso Assad! D
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Grazie per l’interessamento. Sì, la Siria risorgerà, il nostro popolo non merita di morire
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