Testimonianza drammatica da Homs: stiamo morendo di fame e di freddo

Homs 17 dicembre 201317 dicembre 2013, Homs – Ancona

Apro il pc e subito comincia a lampeggiare l’icona di Skype.

“Asmae, dove sei? Tutto bene?” – mi scrive B. da Homs, un collega con cui sono in contatto da oltre un anno.

Avvio la chiamata. “Eccomi, come stai?” gli chiedo in imbarazzo. Nonostante le mille difficoltà in cui vivono si preoccupano per me perché da qualche giorno non mi collego.

“Non sparire più, se no ci sentiamo abbandonati”. Poi mi mette un emoticon con un sorriso.

B. comincia a mandarmi i link degli ultimi video girati a Homs e mi aggiorna sulla situazione. La neve ha cessato di cadere, mi dice; ci sono stati almeno sei bambini in questa zona che sono morti assiderati. poi aggiunge: “Però stiamo pregando che torni a nevicare”.

“Perché?”, gli chiedo.  “Perché quando nevicava i velivoli militari non si alzavano; ci colpivano solo con i mortai e i proiettili dei cecchini. Adesso ci stanno massacrando. Ormai per muoverci usiamo solo i tunnel, perché così siamo riparati dai cecchini e dalle bombe, ma ogni volta che ne scoprono uno lo colpiscono e fanno stragi di civili”.

Mi aggiorna sulla situazione umanitaria: “l’assedio ci sta uccidendo, manca tutto, manca il cibo, manca il combustibile per il riscaldamento, mancano i medicinali. Ormai i medici ricorrono sempre più spesso alle amputazioni per salvare la vita dei feriti; se ci fossero gli strumenti e i farmaci adeguati non si arriverebbe a tento”.

“Aiutami a denunciare l’emergenza umanitaria: ci sono 13 quartieri completamente isolati per via dell’assedio, con migliaia di famiglie a cui manca tutto. Non c’è più un albero in giro, li stiamo tagliando tutti per accendere il fuoco. Ti giuro che se potessero, ci toglierebbero anche l’aria. Stiamo morendo di fame e di freddo e il mondo resta a guardare”.

No, non resta a guardare, non fa più nemmeno quello… gli dico tra me e me.

“Ora ti saluto, devo lasciare il generatore per altre cose”.

“Abbi cura di te” gli dico e B. mi manda un’altra emoticon con un sorriso…  La sua anima è gentile e solare e nonostante il dolore e la frustrazione non cambia. La conversazione finisce, mentre cresce in me il senso di indignazione e impotenza. Le parole di B., anche se espresse con un sorriso, sono come un coltello affilato “Stiamo morendo di fame e di freddo”… quale essere umano merita di vivere così?

Perché si continua a ignorare il dramma siriano? Perché la politica e i media internazionali parlano solo di equilibri geopolitici, forze in campo, armi chimiche e si tace completamente sullo sterminio dei bambini, dei civili inermi? Perché si protrae questa strategia di anestetizzazione delle coscienze? Vale così poco la vita umana?

Homs 13 dicembre 2013 – Video girato in località AlKurnish. Guardate ciò che resta di quella che era una zona residenziale. Il regime sta radendo al suolo la Siria e sterminando i suoi abitanti.