22 ottobre 2013 – Provincia di Damasco
I bambini siriani continuano a morire. I loro grandi occhi si chiudono lentamente dopo aver conosciuto il dolore, la paura, la sofferenza, le privazioni, l’angoscia, la noia, il caos. Oltre diecimila bambine e bambini sono stati uccisi in Siria negli ultimi 31 mesi. Diecimila piccole anime strappate alla vita dalle bombe, dagli spari dei cecchini, alcuni ancor prima di emettere il primo vagito.
Bambini… i bambini siriani hanno gli occhi grandi, grandissimi. E’ una delle caratteristiche somatiche che contraddistingue questo popolo da sempre. Occhi grandi, profondi, espressivi che si chiudono piano piano come sipari di teatri ormai vuoti: va in scena il delirio del mondo. Adulti che uccidono, bombardano, complottano, tradiscono per la loro brama di potere.
Il loro carnefice prepara la poltrona per il nuovo anno, mentre i suoi complici mascherati da nemici giocano la loro partita in suo favore. In mezzo a queste trame di morte il popolo si muove in punta di piedi e viene continuamente calpestato.
Bambini di due o tre anni nati durante le notti al buio, rischiarate solo dalla luce delle esplosioni. Bambini che usavano il rosso per colorare i loro disegni e che ogni giorno vengono ricoperti dal rosso del loro stesso sangue. Bambini come Jana e Mahmoud e il loro fratello maggiore, anime pure, delicate, innocenti che volano in cielo senza avere le ali. Ma il cielo non ha bisogno dei bambini … nemmeno la terra oggi li vuole: è stata violata nella sua stessa natura e si rifiuta di far crescere questi fiori nelle sue viscere ormai atrofizzate.
I bambini siriani hanno gli occhi grandi; i loro grandi occhi si chiudono per sempre; i loro corpicini candidi si coprono di sangue. L’umanità si copre di vergogna.
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