Siria: bambini che frugano nella spazzatura per mangiare

Periferia di Idlib, Siria
Durante i miei spostamenti tra un campo profughi e l’altro alla periferia di Idlib mi sono fermata in un villaggio di poche centinaia di abitanti.  Giusto il tempo che la mia gentile e coraggiosa guida faccia il pieno  e compri due bottiglie d’acqua. Giusto il tempo di incontrare un bambino che non potrò mai dimenticare.  A un primo sguardo gli do sì e no otto anni; lo scorgo da dietro un’auto in sosta vicino alla nostra.  Mi avvicino; lo trovo piegato sopra un cumulo di spazzatura.

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“Stai attento figlio mio, spostati che è tutto sporco” gli dico istintivamente.  Lui si spaventa: “ti prego khale (zia, come si usa chiamare le persone adulte), non lo dire al proprietario, se no mi caccia via. Sto solo cercando qualcosa da mangiare per mio fratello”.  Rimango pietrificata; ci sono bambini così poveri oggi in Siria che per mangiare frugano tra i rifiuti… Eppure la Siria non ha mai conosciuto la fame, la carestia.
“Questo è il risultato di quasi tre anni di violenze… i piu deboli sono alla deriva, dice la mia guida quando arriva. Manca ogni forma di assistenza e a volte il volontariato non basta. Sembra un paradosso, ma chi non è in un campo profughi a volte può essere dimenticato”. Scopriamo che il bambino,  che si chiama Anwar, è orfano di padre; la madre è malata e lui si occupa dei due fratelli più piccoli.  Segnaliamo il caso ad un responsabile del locale coordinamento che si mobilita subito. “Come questo himho – dice – purtroppo,  ce ne sono decine qui. A volte riusciamo a garantire loro solo il pane”.
Mi sento mortifica come essere umano, come adulta.  Tra quei rifiuti il piccolo Anwar sicuramente avrà trovato anche brandelli di un’umanità che si è lasciata morire nell’indifferenza e nell’egoismo.