Lo sguardo assorto, l’espressione di chi ha conosciuto il dolore, l’angoscia, la paura.
Un libro nella mano destra, macchiato di sangue.
Il sangue di un innocente, di una delle vittime del bombardamento sulla moschea di Hamza in località Anadan, ad Aleppo. Decine di bambini e donne rimasti uccisi mentre facevano lezione (il “catechismo musulmano”).
Non è stato possibile salvare i compagni di preghiera e di studio, ma quel libro tenuto in mano, è il segno della volontà di non arrendersi alla logica della morte.
Un libro macchiato di sangue è sempre un libro. Una porta sul mondo; una finestra sul futuro; un insegnamento… anche se le sue pagine sono impregnate di sangue e non solo di inchiostro.
I bambini siriani vorrebbero continuare a vivere, a leggere, a imparare…
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