16 luglio 2013 – Homs, quartieri assediati
“Mi chiamo Shaimà, vivo nella zona assediata di Homs, ho cinque anni e ho fame. Vorrei mangiare tanta verdura, tanta frutta… banane, fragole, mele e pere. Vorrei un piatto goloso e succulento. Non abbiamo cibo, né bibite. non abbiamo niente. Vorrei mangiare del pollo, della carne… Vorrei dire al mondo di mettersi una mano sulla coscienza e pensare ai bambini di Homs“.
Inizia così questo drammatico video girato oggi a Homs nei quartieri assediati. Parlano alcuni bambini che vivono, ormai da oltre un anno, intrappolati nelle loro case, sotto continui bombardamenti, privati persino del cibo. Parlano le donne, che si piegano sui cigli delle strade a raccogliere erbe, sperando che siano commestibili. I neonati non possono essere allattati da madri denutrite e spaventate e manca il latte in polvere
Ci rendiamo conto di cosa significa che per un bambino diventa un sogno persino mangiare della frutta?
Pensiamoci quando ci mettiamo a tavola e manca qualcosa… pensiamoci quando buttiamo via il cibo… pensiamoci quando accettiamo che si facciano accordi sulla pelle dei civili…
La Siria non ha mai conosciuto la fame, perché è un paese dalla terra fertile, bagnato dal mare, che gode di un clima favorevole. ma la guerra provoca anche questo…
Oggi una patata, un petto di pollo, una caramella, sono diventati “un sogno” per centinaia di bambini e persone adulte.
Un sogno… un incubo per chi si sente impotente di fronte a tanta ingiustizia.
L’ha ribloggato su Ma bohème.
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