Sfogliando l’album dei ricordi della Siria, quello virtuale, su YouTube, dove ogni giorno arrivano centinaia di video che raccontano il dramma della popolazione civile, sono risalita a queste immagini, girate più di un anno fa.
Era il 15 maggio 2012; a seguito dei bombardamenti su Al Rastan centinaia di civili erano stati feriti gravemente.
Tra di loro un ragazzino, in quella fase della vita a metà tra l’infanzia e la pre-adolescenza, in cui si dovrebbe solo studiare, giocare, sognare di diventare grandi.
Dolorante, sofferente, con ferite su diverse parti del corpo. La reazione del piccolo uomo è struggente: prega, invoca l’aiuto del Signore, poi chiede: “Vi prego, ditemi se gli altri stanno bene. Qualcun altro nel quartiere è stato ferito?”.
Cosa aggiungere alle sue parole, cosa dire di fronte all’altruismo, alla grandezza d’animo, alla bontà di questo giovanissimo siriano?
Impegnamoci per preservare i cuori di questa gente. Non lasciamo morire le nostre anime nell’indifferenza.
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