Zio, per favore dimmelo: morirò? – Video

Talbisah, Homs 13 maggio 2015

Talbysah, 13 maggio 2013 bambina amputataUn aereo decolla, carico di ordigni; si dirige verso il luogo stabilito. E’ condotto da quel che resta di un uomo, trasformato dalla guerra in una macchina della morte. Infondo non vedrà sangue, non metterà addosso le mani a nessuno. Premerà un pulsante, poi un’altro, poi un’altro ancora; non guarderà mai giù e forse non vedrà mai quello che le sue bombe hanno provocato. Ha obbedito agli ordigni e gli ordini prevedono bombardamenti. Punto.

La bomba cade.

Esplode.

Missione compiuta.

Al tocco di quella bomba un palazzo crolla.  Tante persone muoiono. Tante restano ferite, intrappolate tra le macerie.

Non si sentono ambulanze, solo urla, pianti; solo voci disperate di genitori che cerano i figli e bambini che cercano protezione.

I muri e i pavimenti pericolanti crollano. Ci sono altre vittime. All’ospedale da campo scene di morte: corpi smembrati, sangue dappertutto.

Arriva una bambina. Le e gambe sono in condizioni terribili. Dovranno amputargliene una; lei non lo sa.

Lei sente dolore, ha paura;con voce lieve chiede al medico: “Ammo (zio), morirò”. “No tesoro di ammo, va tutto bene” – le risponde lui.

Qualcuno faccia un’eccezione alla procedura e lo racconti al militare dell’aviazione.

Forse, quando era ancora un umano, sognava di volare per proteggere la sua gente. Sognava di volare per essere libero. Ha volato, ma senza sognare. Ha ucciso, ha ucciso anche i sogni di questa bambina. Qualcuno glielo racconti.