In Siria si continua a morire di fame, sete e privazioni. Accade ad al Ghouta, la città del sobborgo di Damasco, tristemente nota per il massacro con armi chimiche dell’agosto 2013, sotto assedio da quasi cinque anni. Accade mentre assad, spensierato e sorridente, autografa le magliette dei calciatori della nazionale e ne elogia le “eroiche gesta”. Accade tutto in una manciata di terra, nel raggio di pochi chilometri.
Da un lato si muore silenziosamente e lentamente di stenti, nell’indifferenza del mondo. Dall’altro le luci dei riflettori e della propaganda annebbiano le coscienze di spettatori distratti e stanchi. Tutto nella stessa città, nello stesso Paese, la Siria, amata e martoriata.
Accade mentre vengono diffusi report sul ritorno a casa dei foreing fighters (ma non li stavano bombardando e combattendo? e perché non li arrestano?) che hanno insanguinato per anni le strade di Siria e Iraq e mezzo mondo. Come se fossero studenti di ritorno da una gita scolastica, quando invece si sono lasciati dietro una scia spaventosa di morte e orrore. Accade mentre emergono sempre più dettagli raccapriccianti sui legami tra l’Isis e il regime di Assad e ci si chiede quanto l’uno sia stato e continui ad essere funzionale all’altro. Accade mentre i prigionieri politici nel carcere di Homs hanno intrapreso, inascoltati, uno sciopero della fame per chiedere il rispetto dei loro diritti umani. Accade mentre la Russia pone l’ennesimo veto, il nono, su una risoluzione che riguarda la Siria e che mirava a far luce sull’uso di armi chimiche. Accade mentre i leader del mondo, che hanno messo al sicuro i propri interessi in Siria,vanno a braccetto accordandosi sulla pelle dei civili siriani.
Di fronte al pianto disperato e silenzioso dei bambini siriani, quanto dovremo ancora aspettare prima che le coscienze del mondo si sveglino?Che cosa deve accadere perché si aprano gli occhi sulle sofferenze dei civili siriani? Quanti altri orrori dovrà subire questo popolo perché si ponga fine al massacro?
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.