25 ottobre 2014, periferia di Idlib
“Le nostre tende sono state tutte allagate. L’intera tendopoli sembra diventata una infinita distesa di fango.
Voglio dire qualcosa, anche se sarà molto duro, ma è la verità e dobbiamo denunciare ciò che sta accadendo nell’indifferenza del mondo. I nostri figli stanno morendo nelle tende. Le nostre case sono state distrutte. Le nostre donne rimangono vedove. Le nostre piantagioni sono state bruciate. Siamo rimasti sfollati, abbiamo conosciuto la sofferenza, le privazioni, l’umiliazione, la fame, il freddo. Il mondo si è dimenticato di noi, è il quarto inverno che siamo qui, è il quarto inverno al freddo, sotto la pioggia e la neve, in mezzo al fango e alla sporcizia, senza assistenza medica, senza nulla.
Un giorno torneremo nelle nostre case, ma fino ad allora non vogliamo più sentire promesse non mantenute e bugie. Qui stiamo morendo ogni giorno. Da qui non possiamo fuggire. Questo fango è la nostra prigione”.
Sono le parole drammatiche del responsabile di un campo sfollati nel nord della Siria. Nella tendopoli di cui è responsabile vivono migliaia di orfani, donne e anziani. La foto è stata scattata dal suo telefonino. Non lasciamoli solo alle loro sofferenze. Questi sono civili inermi che affrontano il freddo e le privazioni per il quarto anno consecutivo. Non lasciamoli morire, uccisi anche dalla nostra indifferenza.
Che cosa possiamo fare?
"Mi piace""Mi piace"