“Mia figlia respira ancora”… ma la bimba è morta di stenti – video

Ibtissam un anno e pochi mesi uccisa dall'assedio a Damasco 25 dicembre 201325 dicembre 2013 – periferia meridionale di Damasco

Ospedale da campo della periferia meridionale di Damasco. Una bimba stesa su un letto. I singhiozzi della madre: “Sta respirando… guarda, si muove”. Il medico mette nuovamente la mano sul suo piccolo petto, ma conferma la sua sentenza: “La bimba è morta”.

Si chiamava Ibtissam, un nome arabo che significa “sorriso”. Aveva un anno e pochi mesi. Non l’hanno uccisa le bombe, né gli spari. La sua morte è arrivata dopo una lunga agonia, dovuta alla malnutrizione. L’ha uccisa l’assedio, l’ha uccisa l’isolamento forzato a cui sono costrette diverse città della Siria.

Ibtissam è morta soffrendo. Un’altra nuova vittima di una politica genocida, che sta condannando a morte un intero popolo. Cosa resta all’umanità se si spegne una bambina chiamata sorriso? L’ennesimo angelo innocente che fa una morte atroce. La sua storia è simile a quella di altre centinaia di bambini siriani vittime dell’assedio. Ignorati dal mondo. Ignorati anche nel giorno di Natale.

Un commento

  1. La vita umana per i mandanti delle dittature e delle guerre
    vale solo come utensile da usare e gettare.
    Le lacrime di coccodrillo dei mass media occidentali si rivelano quando coloro che fuggono dall’ Iraq, dalla Siria,
    dall’ Afghanistan, e dalla Etiopia, Somalia, etc giungono
    alle frontiere europee per chiedere asilo, stremati e in fin di vita. Invece di essere accolte e rifugiate quelle persone
    vengono lasciate affogare nel Mediterraneo, oppure
    rinchiuse in fetidi lager chiamati CIE e Cara, dove oltre
    l’ umiliazione della gabbia e della sporcizia, subiscono
    violenze di ogni genere.
    Opporsi ai regimi dittatoriali che i governi europei e americani hanno per decenni sostenuto è per i siriani,
    gli iracheni, i somali e tanti altri, una macchia pericolosa
    agli occhi delle istituzioni europee.
    Quando non uccide la miseria arrivata con le sanzioni
    e l embargo, uccidono le bombe e la fame, e quando si sopravvive ai massacri in Asia e Africa, si rischia di morire
    in un naufragio, ma sopravvivere alla fuga neanche è
    garanzia di vita, perche arriva la persecuzione in terra :
    quella nei CIE ma anche quella contro le singole persone
    migranti che affrontano mille pregiudizi e ostacoli.
    Alcune persone rifugiate vengono uccise in Italia tramite
    avvelenamento con psicofarmaci, farmaci dei quali non
    hanno bisogno ma che subiscono perche protestano e/o
    perche hanno bisogno di un tetto.
    Cosi è stata uccisa Zaineb Hassan Auda, intellettuale irachena che aveva scritto contro la guerra e Saddam,
    ed è stata assassinata in Italia con gli psicofarmaci che le
    hanno portato il coma diabetico e la morte, a 45 anni.

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