23 novembre 2013 – Jobar, Damasco
Voci dalla Siria, bambini che raccontano ad un citizen journalist le atrocità che stanno subendo. Mentre parlano si sentono esplosioni.
“Una volta eravamo in un campo insieme ad alcuni amici, quando hanno cominciato a lanciare razzi – racconta il primo bimbo – poi è arrivato mi ozio e ci ha portati via”. “Durante una manifestazione – racconta un altro – è caduto un ordigno e ha colpito una bimba piccola come questa”. “Nella nostra scuola portavano tanti morti – dice la piccola – mio padre si occupava di avvolgerli nei sudari e noi li vedevamo”. “Le prime volte avevamo paura, poi ci siamo abituati. Abbiamo visto teste mozzate, persone che hanno perso un arto… “. “Una volta, mentre mio padre…”
ESPLOSIONE… Un ordigno cade molto vicino ai bambini; il getto d’aria e il fumo li colpiscono in pieno. Grazie a Dio non ci sono conseguenze.
“Correte, correte, aiuto… venite di qua”.
“Grazie a Dio siete salvi. Per fortuna che non avete paura, non è così? I bambini sorridono, quasi in imbarazzo.
“Quando hanno gridato aiuto pensavo fosse stato ferito uno dei miei fratelli, invece era stato ferito lui – indica un giovane che accompagnava il reporter”.
“Tu ti sei gettato a terra quando c’è stata l’esplosione; chi te l’ha insegnato?”. “Nessuno, ci siamo abituati”.
Questa è la quotidianità dei bambini siriani, sotto la costante minaccia delle bombe, che siano nelle loro case o in strada a giocare. Per loro non esiste alcun posto sicuro. Ascoltandoli parlare si alterna il racconto lucido e sofferto di piccoli uomini e piccole donne derubati della loro infanzia, i cui occhi hanno visto immagini atroci, sangue, corpi smembrati, distruzione, macerie, esplosioni, incendi…
Cosa ne sarà dei loro cuori puri e innocenti, cosa ne sarà delle loro anime sofferenti? Se sopravviveranno, che tipo di adulti diventeranno? Racconteranno ai loro figli di essere stati bambini sotto le bombe, di essere cresciuti in guerra mentre il resto del mondo firmava accordi per la vendita di armi, la produzione di nucleare, l’espansione economica e politica …
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.