Abdelhakim Al Ali aveva solo dieci anni; questo bimbo siriano della città di Al Houla è rimasto ucciso in uno dei numerosi bombardamenti che oggi hanno colpito diverse località siriane.
Che colpa aveva questo bimbo per morire in modo simile? Che colpa avevano i bambini, ormai più di 9000, uccisi in Siria negli ultimi 31 mesi?
Che cosa è successo all’umanità, che non si indigna più di fronte a simili tragedie?
Vorrei che i fabbricanti di armi, i “signori” della guerra, guardassero simili immagini e si mettessero nei panni del padre di questo piccolo angelo per un istante, immaginando che su quel lettino dell’ospedale da campo ci siano i loro figli. Per un solo istante, provino a guardare quel corpicino esanime, straziato da così tanta violenza. Provino a pensare a quella creatura innocente, a quel padre sconsolato e incredulo. Provino a domandarsi cosa significa continuare a vivere dopo aver visto il frutto del proprio amore ucciso a soli dieci anni da una disumana violenza. Continuerebbero davvero ad agire come stanno facendo ora?
Abdelhakim è morto di una morte orribile; il padre ora dovrà convivere con il suo immenso dolore. Non solo ha perso suo figlio, ma l’ha perso in modo orribile. Ascoltiamo il pianto di quest’uomo e chiediamoci davvero cosa resta di umano in noi?
Cosa è successo all’umanità che resta indifferente di fronte a tanto dolore? In Siria c’è un genocidio in corso.
L’ultimo addio tra un padre e un figlio di dieci anni
26 ottobre 2013 – bombardamenti si Al Houla
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