Ancona, 27 ottobre 2013
La notte è ancora lunga e non escludo che scriverò qualcosa, perché oggi ho condiviso con voi alcuni scatti sulle meraviglie della natura, ma sugli orrori umani, mi sembra di non avere più parole… come si racconta un lutto che non puoi elaborare, che si rinnova un istante dopo l’altro? Come si racconta che la fuga del tuo popolo è come una ferita che gronda di sangue, che le lacrime dei tuoi figli sono come acido che ti perfora l’anima, che la sofferenza dei civili è una lenta agonia per chi si sente impotente? Non si può fingere di non vedere, di non sentire, di non soffrire… ma a volte le parole si fermano come in un limbo, tra l’anima e le dita e non riescono a fluire. Oggi è una di quelle notti senza fine e senza parole
Questa foto l’ho scattata a Idlib, durante una notte passata in un campo profughi.
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