Oggi – 3 ottobre – si celebra la Giornata mondiale della Memoria e dell’Accoglienza, per non dimenticare quel drammatico 3 ottobre 2013 in cui persero la vita in mare 368 persone al largo di Lampedusa. Su quel barcone viaggiavano circa 500 persone. Molti, come raccontarono i testimoni, erano bambini vestiti a festa. La festa per una nuova vita, lontano da guerre, persecuzioni, fame e povertà.

“Viene la parola vergogna: è una vergogna! Uniamo i nostri sforzi perché non si ripetano simili tragedie“affermò in occasione di quella strage Papa Francesco. “Quello che ricordo di quella notte è che non vorrei ricordare proprio niente” raccontò Pietro Bartolo, che all’epoca della tragedia era medico al Poliambulatorio dell’isola siciliana. In un’intervista rilasciata a Carlo Lania per il Manifesto Bartolo disse: “La capitaneria mi aveva avvertito, ma io non pensavo che ci sarebbero stati tanti morti. Quando sono tornato sulla banchina ho trovato 111 sacchi. Stavo così male che ho vomitato, ho pianto. Dovevo fare le ispezioni cadaveriche, quindi dovevo aprire i sacchi e avevo paura di cosa avrei trovato dentro: un bambino, una donna. Sono esperienze che ti cambiano la vita, cominci a farti delle domande Una cosa che mi ha impressionato è che dentro quei sacchi c’erano tanti bambini vestiti a festa. Le mamme li avevano preparati perché erano arrivati in Europa, si trovavano solo a 300 metri del porto, 300 metri capisce? Avevano le treccine, le scarpette, pronti per fra vedere che erano bambini come tutti gli altri, come i nostri”.

Il 18 ottobre partì la missione Mare Nostrum. L’allora presidente del consiglio Enrico Letta decise di rafforzare il dispositivo nazionale per il pattugliamento del Canale di Sicilia lanciando l’Operazione Mare Nostrum. Mare Nostrum si concluse circa un anno dopo, il 31 ottobre 2014 e a novembre prese il via un nuova operazione, non più italiana, ma europea: “Triton”, dispiegata da Frontex, l’Agenzia europea delle frontiere.
Tra la strage del 3 ottobre e l’avvio dell’operazione ci fu, però, un’altra tragedia in mare. L’11 ottobre 2013 un altro barcone carico di donne e uomini, migranti e profughi si rovesciò al largo di Lampedusa. A bordo c’erano oltre 30 bambini e la maggior parte delle persone erano siriani in fuga dalla guerra. L’Espresso dedicò l’ennesima struggente copertina a quella strage. Il mai più pronunciato, implorato quel 3 ottobre cadde nel vuoto come una foglia morta in autunno. Quella tragedia e le testimonianze di alcuni sopravvissuti hanno ispirato “Il silenzio del mare” (Castelvecchi editore) il mio romanzo dedicato alla Siria, i cui protagonisti, Fadi e Ryma, sono proprio due fratelli in fuga da Aleppo.

Le tragedia di ottobre 2013 non sono state né le prime, né ahimè, le ultime. Il mondo si è ricordato di nuovo delle tragedie del mare il 2 settembre 2015, quando la foto del piccolo Aylan, il bambino curdo-siriano riverso su una spiaggia turca fece il giro delle copertine di giornali e telegiornali. L’elenco sarebbe lungo. A agosto di quest’anno l’ennesima strage in mare ha provocato una cinquantina di vittime al largo delle coste libiche. Allora come oggi si discute di partenze, gestione degli sbarchi, traffico di esseri umani, accoglienza. C’è chi ha costruito una carriera demonizzando i migranti, e dall’altra parte chi ha costruito un business milionario sfruttando la disperazione di chi cerca una via di fuga. Molti giornalisti e scrittori hanno invece cercato di andare a fondo per capire davvero le ragioni che spingono tanti esseri umani a fuggire, anche affidandosi a mercanti di morte.

L’elenco sarebbe lunghissimo; ne cito solo due; “La frontiera” (Feltrinelli Editore) del compianto Alessandro Leogrande, che porta il lettore a bordo delle navi coinvolte nell’operazione Mare Nostrum e “Io Khaled vendo uomini e sono innocente”, (Giulio Einaudi Editore) della giornalista Francesca Mannocchi, che invece porta il lettore a indossare la pelle di un trafficante e indagare le sue ragioni.
Il questo reportage dell’inviato Rai Amedeo Ricucci c’è un approfondimento sulla situazione in Libia, Paese da cui partono la maggior parte dei migranti che cercano di raggiungere l’Italia e l’Europa via mare.
Una galleria con alcune copertine del settimanale l’Espresso dedicata al tema dei migranti.
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