15 gennaio 2013 – Aleppo
Oggi ricorre il primo anniversario del massacro all’Università di Aleppo. In piena sessione di esami, con l’ateneo pieno di studentesse e studenti che, nonostante le difficoltà tra i bombardamenti, i sequestri e i cecchini, tentavano comunque di portare avanti il proprio progetto di studi, l’aviazione militare del regime ha bombardato l’ateneo. Un’offensiva che ha causato la morte di decine di studenti e professori e il ferimento di oltre 100 persone.
In tutta la Siria sono migliaia le scuole, università, ospedali, abitazioni civili, luoghi di culto presi di mira dai bombardamenti. Una violenza inaudita e inaccettabile, che colpisce civili inermi in luoghi dove dovrebbero godere della più assoluta incolumità.
Il bombardamento dell’Università di Aleppo è stato uno dei più duri colpi inferti a quel movimento intellettuale, giovane e pacifico che ha animato le proteste in Siria dal marzo 2011. Non si può dimenticare che migliaia di studenti e docenti sono stati sequestrati e condotti nelle carceri governative per reati d’opinione, così come è accaduto von artisti e comunicatori. Si è voluto gambizzare il movimento dei pensatori, troppo pericoloso in un contesto di tirannia e di proteste per la libertà.
Studenti di tutto il mondo hanno espresso, a seguito di quel massacro, la loro piena solidarietà ai colleghi di Aleppo e degli altri atenei siriani, a quei giovani studenti “colpevoli” di voler pensare al proprio futuro, “colpevoli” del reato di dignità, del reato di studio.
Per non dimenticare.