16 dicembre 2013 – Deir Ezzore
Non proferire parola. Guardarsi intorno e indagare con lo sguardo il senso di tanto dolore, cercando nei corpicini feriti dei fratellini una risposta che mai arriverà. Una risposta che non esiste, perché non esiste giustificazione a tanta violenza, al bombardamento di centri abitati, al genocidio di un popolo.
Gli occhi increduli, pieni di paura, di dolore; gli occhi di una bimba che ha visto il padre, Fayyad Taha, morire, che è rimasta ferita insieme ai fratellini. Gli occhi di chi ha visto la morte.
Osserviamoli per alcuni istanti: questi occhi ci interrogano, ci chiedono dove siamo e perché lasciamo che avvenga tutto ciò.
Salviamo i bambini siriani da questo genocidio. Salviamo questi occhi affinché possano tornare a vedere il sole dopo tanto orrore. Fermiamo il genocidio in Siria.
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