27 ottobre 2011 – Dael
“Amjad, Amjad, Amjad”, chiama ripetutamente una donna siriana che sta cercando il figlio. Ma Amjad è immobile, tra le braccia di un soccorritore pietrificato che con la sua nuda mano tenta di fermare la ferita che il piccolo ha sulla nuca … ma il sangue scorre copioso come un fiume e bagna la terra polverosa e arida sotto di lui.
Amjad non può rispondere al richiamo disperato della madre. Amjad è spirato, a 14 anni, colpito da un proiettile alla testa. La madre corre verso di lui, lo chiama, lo tocca…
Era il 27 ottobre 2011, il genocidio del popolo siriano era iniziato da otto mesi, ma buona parte del mondo non ne sapeva nulla. Era la settimana dedicata alla richiesta della “no fly zone”. Sono passati due anni da allora e il mondo, purtroppo, continua a ignorare il dramma siriano. Sono morti oltre 10 bambini. Più di un milione sono profughi, milioni sono denutriti, non ricevono cure. Per il terzo anno consecutivo le scuole sono chiuse.
Quante madri siriane hanno chiamato in strada i propri figli senza che questi potessero più rispondere…
Quanti bambini hanno conosciuto la morte prima ancora di assaporare le gioie e le esperienze dell’adolescenza…
Quante donne si sono sedute vicino ai corpicini esanimi dei figli per dare loro l’ultima, struggente carezza…
Quanti bambini sono andati ai funerali dei loro coetanei e hanno conosciuto il dolore e il lutto prima del tempo…
La storia di Amjad è stata cancellata prima ancora di essere scritta. La storia di Amjad e degli altri 10 mila bambini non fa notizia.
Per chi non vuole dimenticare: Amjad Alasmy, 28 ottobre 2011 – 14 di Dael ucciso dalle forze di sicurezza del regime.
E mentre l’Italia si occupa di Berlusconi, la Siria muore di stenti, ma ancor peggio conosce il dolore della morte più e più volte quotidianamente, e la cosa peggiore è l’indifferenza del resto del mondo. Anche io voglio fare qualcosa, ma da solo, alla mia età non so che fare… DAVIDE FASSOLA
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Parlarne è già qualcosa Davide, poi si può sempre fare solidarietà, almeno si alleviano le sofferenze dei civili inermi. Grazie per il tuo interessamento
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