19 giugno 2013, Qaboun – Damasco
“Ti prego zio, chiama i miei genitori, ti prego… ” E’ lo struggente lamento di un bambino di Qaboun, in provincia di Damasco, rimasto colpito insieme al suo compagno di giochi da un ordigno.
Il piccolo piange, supplica il soccorritore, che chiama “ammo”, zio, di avvisare subito la sua famiglia. Il viso è insanguinato, così come il resto del corpo e lamenta un dolore forte alla gamba.
Non si è ancora accorto che il suo amico non ce l’ha fatta. E’ morto sul colpo a seguito della gravissima ferita alla testa.
Questa è la disumana situazione in cui sono costretti a vivere i bambini siriani: minacciati dalle bombe, costretti ad un’esistenza di stenti, privati della scuola e della loro stessa infanzia.
Purtroppo il mondo degli adulti continua ad urlare, a gridare brutalmente e le voci di questi piccoli angeli vengono soffocate…
Proviamo solo a chiederci cosa accadrà al piccolo quando si renderà conto di cosa è successo al suo compagno…
Come sempre segnalo che il video è drammatico e contiene immagini terribili. Noi abbiamo l’opportunità di non guardarlo, mentre quei due bimbi, quei due minorenni, quei due angeli, l’orrore l’hanno vissuto sulla propria pelle e l’hanno visto con i propri occhi….
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