“La situazione in Siria è in assoluto quella più violenta rispetto a tutti gli altri conflitti che ho documentato, dall’Afghanistan al Congo, dalla Somalia all’Iraq, passando per l’Uganda, Timor-Est, il Darfur, le montagne Nuba. La brutalità del conflitto è impossibile da descrivere. Il ricordo dei morti, dei feriti, del sangue, della sofferenza ti toglie il sonno, occupa la tua mente. I corpi di civili morti o feriti. I bambini traumatizzati. La mancanza di cibo, elettricità, acqua, soccorsi. La costante della paura di attacchi e bombardamenti. Il timore di perdere amici e colleghi. La mancanza di parole quando i siriani ti chiedono perché il mondo stia a guardare, perché nessuno li aiuti in alcun modo. Mi vergogno di essere rappresentante di una società e di un paese che risponde a queste domande con la più completa indifferenza e ignoranza. Ciò accade sotto i nostri occhi. Mi chiedo: cosa ne è stato di quella promessa, “Mai più”; una frase vuota pronunciata dal mondo all’indomani degli orrori dell’olocausto e dimenticata di proposito in Ruanda? La conseguenza di questa inerzia è di prolungare il genocidio. Dobbiamo vergognarci. A tutti coloro che sostengono la politica dell’indifferenza e che pensano che ciò non ci riguardi, io dico: “fot…vi”.
Carsten Stormer, giornalista tedesco, al suo ritorno da Aleppo
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.