3 aprile 2013, Misraba, periferia di Damasco
“Libertà, libertà, noi vogliamo libertà… che ti piaccia o no assad, noi vogliamo libertà”
Intona una canzone chiedendo libertà questo piccolo siriano, seduto insieme ai fratellini sulle macerie della sua casa. Rimasto senza la sua cameretta, senza i suoi giochi, i suoi vestiti, indossa ciabatte troppo grandi per i suoi piedini.
Crescerà prima del tempo, così come cresceranno prima del tempo i suoi coetanei, privati della loro infanzia e dei loro diritti.
Quale futuro avranno questi piccoli angeli? Chi ridarà loro la spensieratezza che la violenza ha rubato loro per sempre?
Hanno distrutto la sua casa, compromesso il suo presente e il suo futuro, ma il suo animo, il suo spirito, il suo coraggio non potranno mai soffocarlo, né reprimerlo.
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