Lotta decisa contro l’impunità per i crimini commessi in Siria

Fonte: Avvenire – Editoriale congiunto del 31/03/2021

“Dieci anni fa, milioni di siriani sono scesi per le strade di Dara’a, Aleppo e Damasco, invocando la democrazia e il rispetto dei diritti e delle libertà fondamentali. La brutale risposta del regime ha innescato, nell’arco di un decennio, una delle azioni criminali e delle crisi umanitarie più gravi dalla Seconda guerra mondiale, provocando oltre 400mila morti e infinite violazioni dei diritti umani. Più della metà della popolazione siriana ha dovuto lasciare le proprie case e più di 6 milioni di siriani sono fuggiti dal proprio Paese per scampare alle atrocità del regime. Decine di migliaia di persone sono state fatte sparire con la forza senza che le loro famiglie sapessero nulla sulla loro sorte o su dove si trovassero.

Il regime siriano ha usato ripetutamente armi chimiche contro il suo stesso popolo, come hanno dimostrato al di là di ogni dubbio le Nazioni Unite (Onu) e l’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (Opcw). Il regime ha sempre rifiutato di fornire spiegazioni ai team internazionali di inchiesta. Ma i sopravvissuti agli attacchi sono qui per testimoniare ciò che hanno visto e sofferto. Non resteremo in silenzio di fronte alle atrocità avvenute in Siria, per le quali il regime e i suoi fiancheggiatori esterni sono i principali responsabili. Molti di questi crimini, compresi quelli commessi da Daesh e da altri gruppi armati, possono costituire crimini di guerra e crimini contro l’umanità. È obbligo di ognuno di noi combattere l’impunità ed esigere che siano individuati i responsabili per i crimini commessi in Siria indipendentemente dall’autore”.

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