Siria, quattro bambini uccisi a capodanno. Nemmeno la speranza di una notte

Si macchia del sangue degli innocenti anche il primo giorno del nuovo anno in Siria. Secondo fonti locali, un missile avrebbe colpito questa mattina la scuola “Abdo Salama” a Sarmin, nella zona orientale di Idlib. L’ordigno ha provocato almeno nove vittime, tra cui 4 piccoli studenti e due insegnanti e ha causato il ferimento di più di sedici persone.

Secondo un report del Syrian Network for Human Rights, dall’inizio delle violenze in Siria a marzo del 2011, fino al 20 novembre 2019,  sono stati uccisi oltre 22,753 bambini, tra cui 186 rimasti soffocati da attacchi chimici, riferisce il documento.

Uno dei bambini rimasti uccisi il 1 gennaio 2020 a Sarmin, Siria
Un bambino rimasto ucciso a Sarmin, in Siria, il 1 gennaio 2020

L’inizio del 2020 in Siria è drammaticamente simile agli ultimi capodanni. La popolazione civile, stremata da oltre otto anni di guerra, terrorismo, violenze di ogni tipo, continua a nutrire legittime e condivisibili aspirazioni alla pace, ma resta ogni volta tradita dalla violenza omicida che non si placa. Nessun nuovo inizio per quei bambini uccisi tra le mura della loro scuola, in un luogo che dovrebbe essere un tempio sacro dove si celebrano la cultura e la vita, ma che anche oggi è diventato un teatro di morte. Le piccole vittime sono bambini nati e vissuti durante la guerra, innocenti che non hanno mai vissuto una realtà diversa dai bombardamenti e dall’orrore. Hanno aperto gli occhi sulla vita, scoprendo le peggiori atrocità di cui è capace l’uomo e hanno chiuso gli occhi con quelle stesse immagini impresse sui loro volti immacolati. Sono stati traditi da un mondo di adulti senza umanità.

Fino a quando si continuerà a morire in Siria, fino a quando si continuerà a bombardare scuole e ospedali? Che oggi sia il 1 gennaio forse non cambia nulla, ma i siriani, come tutti gli altri popoli del mondo, hanno sperato che il 2020 potesse essere un anno diverso…