Almeno quindici bambini e le loro due insegnanti sono rimasti uccisi oggi da un bombardamento che ha colpito la loro scuola ad Erbin, nella zona orientale di al Ghouta.
Lo riferiscono fonti civili, che parlano anche di una cinquantina di feriti. La scuola, che si trova in un territorio sotto il controllo del gruppo ribelle Faylaq al Rahman, è stata colpita da tre diversi missili. Un attacco simile è stato effettuato lunedì 19 marzo a Zamalka, causando l’uccisione di almeno 20 persone.
La situazione ad al Ghouta est, attualmente divisa in tre aree, è stata definita dall’Onu “un inferno sulla terra”. Di 400mila civili assediati da anni, 50mila sono stati evacuati, mentre dall’inizio dell’offensiva dello scorso mese si contano almeno 1400 vittime.
L’agenzia di informazione Ghouta Media Center ha denunciato che oggi l’aviazione Russia avrebbe usato contro i civili in località Saqbia missili GBU-28 (impiegati per la prima volta ad Aleppo nel 2016 nonostante siano considerati non convenzionali).
L’alto commissario Onu per i diritti umani Zied Raad Al Hussein ha dichiarato, in un rapporto diffuso il 19 marzo 2018 che “l’assedio perpetrato dal governo ha implicato terribili crimini di guerra, l’uso di armi chimiche, l’uso della fame come arma di guerra, e la negazione di aiuti primari e salvavita culminati nell’attuale, implacabile bombardamento di centinaia di migliaia di civili terrorizzati e intrappolati da mesi”.
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