Il Douma Local Council (DLC), città alla periferia di Damasco, ha emesso un comunicato stampa il 13 gennaio 2018 in cui denuncia “una violazione sulla popolazione civile che ha causato diversi casi di soffocamento”. Nel comunicato il DLC ha confermato “ripetuti crimini contro i civili nella zona orientale di al Ghouta”, facendo appello alle organizzazioni internazionali affinché “proteggano i civili dalla macchina della morte e della distruzione con ogni tipo di arma, comprese armi non convenzionali”, ricordando che, secondo il diritto internazionale, si tratta di “crimini di guerra”.

Il Dipartimento Sanitario di Damasco e provincia, che risponde Governo siriano temporaneo, ha confermato diversi casi di soffocamento tra cui cinque donne e un bambino.
Secondo la testimonianza di un infermiere del Douma Specialist Hospital l’attacco sarebbe accaduto all’alba del 13 gennaio 2018 e i primi intossicati sarebbero stati soccorsi intorno alle 6:30. Ai pazienti sono stati somministrati ossigeno e broncodilatatori. “I sintomi sono una conseguenza di attacchi con armi al cloro”.

Un appello alle organizzazioni umanitarie internazionali per salvare i civili della zona orientale di al Ghouta è stato lanciato dal Syria Civil Defence. “Il regime siriano continua la sua campagna militare contro la popolazione assediata della zona orientale di al Ghouta. Negli ultimi sedici giorni il regime siriano, sostenuto dalle forze aeree russe ha colpito città e villaggi nella zona orientale di al Ghouta con 695 attacchi aerei, 645 missili terra-terra e altri 3031 missili. inoltre, l’unità UXO (ordigni inesplosi) del SCD ha documentato l’uso di bombe a grappolo in più di 46 località”. Nello stesso comunicato l’SDC scrive il bilancio degli ultimi sedici giorni di violenze: “177 vittime, tra cui 51 bambini e 34 donne. 811 civili sono rimasti feriti. Le persone estratte dalle macerie sono 79”.
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