Siria: silenzio, si uccide

16 ottobre 2013 Homs16 ottobre 2013 – In un posto chiamato Siria …

Ore 18 circa: l’agenzia Syrian Network For Human Right diffonde un primo bilancio delle vittime della giornata di oggi: le vittime sono almeno 63, tra cui 12 bambini e 5 donne.

Ciò che forse rende ancor più drammatico questo aggiornamento è un dettaglio: in una delle esplosioni che ha colpito la città di Dar’à sono morte 19 persone, tra cui 11 bambini e 4 donne che appartenevano alla stessa famiglia.

Altre vittime innocenti che si uniscono all’infinito corteo di vite che ogni giorno vengono spezzate in Siria. Il bilancio è provvisorio e non tiene conto delle vittime delle zone assediate, con cui è impossibile comunicare e delle vittime nelle carceri, contro le quali si continua a praticare la tortura.

Ma è più importante parlare di crisi economica.

E’ più importante occuparsi di dis – accordi politici.

E’ più importante interessarsi ad altro.

Riprendo le parole del collega Amedeo Ricucci, che è stato in Siria più volte, anche per realizzare il progetto di giornalismo partecipativo “Silenzio, si muore” …  Silenzio, in Siria si uccide.

 

2 commenti

  1. che disastro. Dobbiamo fare qualcosa, io ho paura per loro. DAVIDE FASSOLA

    ________________________________ Da: Diario di Siria A: tikkeiwjapan1999@rocketmail.com Inviato: Mercoled 16 Ottobre 2013 20:30 Oggetto: [New post] Siria: silenzio, si uccide

    WordPress.com asmaesiriadachan posted: “16 ottobre 2013 – In un posto chiamato Siria … Ore 18 circa: l’agenzia Syrian Network For Human Right diffonde un primo bilancio delle vittime della giornata di oggi: le vittime sono almeno 63, tra cui 12 bambini e 5 donne. Ci che forse rende anc”

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  2. Credo che ormai si siano spese tantissime parole da parte di chi, come te, può solo denuciare con la forza della scrittura che è l’unica a continuare imperterrita una lotta non sostenuta in modo corretto dai poteri forti. Si parla di Siria solo quando è in gioco la loro credibilità. I media “che contano” seguono ciecamente questa scelta politica. La persona è diventata un’entità economica, e questo da molto tempo.
    Con la stima di sempre
    Primula

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