Uccisione del capo dell’Isis: Come è andata?

Importanti aggiornamenti sono emersi nei giorni scorsi sull’operazione militare statunitense che nella notte del 3 febbraio ha portato all’uccisione del nuovo capo dell’Isis, Abu Ibrahim al-Hashimi al-Qurayshi, detto “The destroyer”, che è subentrato ad al Baghdady nel 2019. Il New York Times, Al Jazeera e altre testate internazionali hanno descritto meglio i contorni dell’intervento che il presidente americano Biden ha così descritto:

Ieri sera, operando su mio ordine, le forze armate statunitensi hanno rimosso con successo una grave minaccia terroristica per il mondo: il leader globale dell’ISIS. Grazie al coraggio delle nostre truppe, questo orribile leader terrorista non c’è più.

Secondo le ricostruzioni, dopo aver rifiutato di arrendersi, il terrorista non sarebbe stato ucciso, ma si sarebbe fatto saltare in aria, provocando la sua stessa morte, ma anche la morte di 13 civili, tra cui i suoi stessi figli. Il suo odio e il suo disprezzo per la vita non lo hanno fatto esitare dal condannare a morte ben sei bambini. Al Qurayshi abitava al terzo piano di una casa a Idlib, ma nessuno, riferiscono anche fonti americane, conosceva la sua vera identità, nemmeno l’altra famiglia che viveva al piano terra.

È stato a causa del rischio per questa famiglia inconsapevole e di altri civili nell’area che il presidente Biden ha ordinato questa operazione di assalto aereo, mettendo a rischio le nostre stesse truppe per ridurre al minimo il rischio per gli altri. E sono riusciti in quella missione“, ha detto mercoledì un alto funzionario dell’amministrazione ai giornalisti.

Ulteriori approfondimenti sul New York Times

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