L’Alta Corte Regionale di Coblenza, in Germania, ha emesso uno storico verdetto contro il funzionario della sicurezza del governo siriano Eyad al-Gharib, condannandolo a quattro anni e mezzo di carcere per crimini contro l’umanità. Esercitando la giurisdizione universale, il tribunale tedesco ha processato e giudicato colpevole al-Gharib per le torture commesse all’interno del ramo 251 dei servizi per la sicurezza dello Stato (conosciuta come al-Khatib) nei confronti di manifestanti arrestati nella capitale siriana Damasco. Al-Gharib era stato arrestato nel febbraio 2020 in Germania, dove viveva da due anni come rifugiato, fino a quando era stato riconosciuto da alcuni testimoni. Un suo collega, Anwar Raslan, arrestato nello stesso periodo, è a sua volta sotto processo, in attesa di una sentenza. Quella emessa nei confronti di al-Gharib è la prima condanna per crimini di diritto internazionale commessi da un funzionario del governo siriano.
“Ho provato sentimenti contrastanti quando ho sentito la condanna a quattro anni e mezzo di Eyad al-Gharib, ma spero che questo sia il primo passo in un processo di giustizia e responsabilità che un giorno porterà fino allo stesso Bashar al-Assad”, ha scritto Ameenah Sawwan, attivista siriana su The Syria Campaign . “Questo verdetto non riguarda solo al-Gharib come individuo, che era un funzionario di livello relativamente basso, né il numero di anni a cui è stato condannato. Riguarda le ingiustizie che hanno subito tante famiglie siriane, compresa la mia. Questo processo riconosce in dettaglio i crimini di sparizione forzata, detenzione arbitraria e tortura commessi all’interno dei centri di detenzione del regime siriano negli ultimi dieci anni e oltre. Al-Gharib è stato processato in base al principio della “giurisdizione universale”, dove le persone possono essere perseguite per gravi crimini contro il diritto internazionale. Avvocati e difensori dei diritti umani siriani hanno fatto ricorso a questa strada perché un processo globale di giustizia internazionale è stato bloccato al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite da Russia e Cina. Il processo odierno costituisce un precedente per altri casi contro il regime siriano. In realtà ci sono già casi simili in Norvegia, Svezia e Francia in preparazione, e un altro ufficiale di grado superiore è ancora sotto processo qui a Coblenza. A livello politico invia un messaggio chiaro ai paesi europei: che non va bene costruire relazioni politiche con Assad poiché i crimini contro l’umanità vengono commessi sotto la sua sorveglianza. Lo storico verdetto di oggi è stato reso possibile grazie al duro lavoro degli avvocati siriani e dei difensori dei diritti umani, nonché al coraggio delle vittime siriane che sono state testimoni e querelanti nel processo. Coloro che hanno raccontato le loro storie, chiesto giustizia e risposte, e continueranno a farlo fino a quando la giustizia non sarà servita per tutti i detenuti siriani. Più di 100.000 siriani sono ancora detenuti o risultano scomparsi e i crimini documentati in dettaglio in questo processo sono ancora in corso. Un giorno, spero che assisteremo al deferimento della Siria alla Corte penale internazionale. Fino ad allora, dobbiamo continuare a lottare per la libertà e la giustizia per la Siria e per i detenuti siriani, ovunque possiamo“, ha concluso Ameenah.

Soddisfazione è stata espressa anche in un comunicato stampa firmato dall’avvocato Anwar Bounni, presidente del The Syrian Center for Legal Studies and Research: ” Accogliamo con grande favore questa decisione e la consideriamo storica e un punto luminoso nella storia della magistratura tedesca e nella storia della giustizia globale. La decisione è storica perché per la prima volta è stata emessa una decisione nei confronti di un criminale appartenente al regime siriano e che ha commesso crimini all’interno del sistema di sicurezza. Quel regime criminale, con tutti i suoi pilastri e personalità, era presente come imputato in tutte le sessioni del tribunale”.
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