Giornata internazionale contro l’uso dei bambini soldato

Bambini soldato è uno di quegli ossimori odiosi, che non vorremmo mai sentire. Un minore non dovrebbe mai vedere, nè tantomeno impugnare un’arma, eppure, secondo un rapporto Onu pubblicato in occasione della Giornata Internazionale contro l’uso dei bambini soldato 12 febbraio), tra i 250 e i 300mila minorenni nel mondo sono costretti a combattere. Secondo il documento 2019, che riporta i dati riferiti all’anno precedente, le violazioni ai danni di minori sono state oltre 24mila, in ameno venti conflitti armati. Drammatico il bilancio dei bambini uccisi e mutilati, più di 12mila. A subire un arruolamento sono stati più di 7mila minori, principalmente in Somalia, (2300), e Repubblica Del Congo (631). seguiti da Sud Suda, Yemen, Siria, Afghanistan. L’impatto dell’isis sui minori in Siria e Iraq è stato devastante, con indottrinamento, arruolamenti forzati, sfruttamento.

A livello giuridico arruolare minori è vietato da diverse convenzioni e trattati internazionali (come la Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza del 1989, lo statuto della Corte Penale Internazionale, i Principi di Parigi del 2007 o la Carta Africana sui Diritti e il Benessere del Bambino), ma livello pratico, purtroppo, sono ancora moltissime le organizzazioni nel mondo che ricorrono a manodopera infantile per svolgere compiti direttamente legati ai conflitti armati si legge. Non esiste a livello internazionale nessuno strumento che sanzioni chi si macchia di tali crimini senza aver ratificato le sopracitate Carte di Diritti, essendo quest’ultime, espressione del diritto pattizio e pertanto vincolanti solo per i contraenti”.

Le guerre, secondo l’Onu, sono responsabili di almeno sei gravi violazioni che affliggono in maniera permanente e ingiustificabile la vita dei bambini e ragazzi: 1) arruolamento e uso di minori in contesto bellico, 2) uccisione o mutilazione, 3) violenza sessuale, 4) attacchi a scuole o ospedali, 5) rapimento e 6) negazione dell’accesso agli aiuti umanitari. Ogni anno il Segretario Generale stila un rapporto ove vengono elencati tutti i Paesi, i gruppi e le Forze Armate che si sono macchiati di uno o più crimini elencati. Una pratica che è utile, oltre a identificare i colpevoli, a stigmatizzare anche tutti quei Paesi terzi che entrano in contatto (attraverso la compravendita di armi o svariati accordi di natura militare o commerciale) con le parti citate, divenendo a loro volta indirettamente complici dei reati. I trasgressori chiamati in causa possono essere rimossi dall’elenco solo adempiendo agli obblighi previsti dalle Nazioni Unite circa la tutela e la difesa del diritto all’infanzia e impegnandosi attivamente affinché non si verifichino in futuro nuovi crimini”.

Consigli di lettura sul tema:

“Under Siege: inside Mexican Village where children are armed”

 

Infanzia e conflitti armati di Serena Doro – Archivio disarmo

Fonte archivio disarmo

 

 

 

 

 

 

 

https://childrenandarmedconflict.un.org/