Le milizie libanesi di Hezbollah di istanza a Wadi Barada, nella periferia occidentale di Damasco hanno sequestrato numerose donne e bambini nella zona di Alshabka, vicina al villaggio di Baqiyn. “Siamo pronti a usarli come scudi umani”, avrebbero intimato i miliziani ai ribelli che controllano la zona. Lo denunciano attivisti locali, aggiungendo che sono ripresi massicci bombardamenti sulle località di Madaya e Baqiyn, provocando diversi morti e feriti.
Le stesse fonti affermano che il sequestro dei civili è avvenuto poche ore dopo che le milizie di Hezbollah hanno costretto gli abitanti dei villaggi che si trovano nell’area tra i posti di blocco denominati “Giulia” e “Alshabak” ad evacuare, lasciando le proprie case per dirigersi verso Baqiyn e verso la zona di Maomura. Si tratta di circa cinquanta famiglie. “La situazione dei civili è drammatica”, ha dichiarato una fonte locale raggiunta via Skype. “Le famiglie sono stremate, mancano acqua e medicinali, c’è bisogno di immediati aiuti umanitari. Il sequestro delle donne e dei bambini rappresenta una svolta drammatica della battaglia di Wadi Barada. Usarli come scudi umani per ricattare i ribelli è disumano. Temiamo seriamente per il loro destino”.
L’offensiva militare sui villaggi della vallata di Wadi Barada si protrae ormai da ventotto giorni e vede coinvolti l’esercito siriano e le milizie libanesi di Hezbollah che cercano di fare incursione nella zona, controllata dai ribelli. Barrel bombs e altri ordigni vengono sganciati per indebolire le sacche di resistenza e raggiungere la zona di Ain Al Fijia, dove si trova la diga che rifornisce acqua alla capitale Damasco e a tutta l’area capitolina. Nella sola giornata di oggi il regime ha sganciato oltre venticinque i barili bomba sulla zona. Da parte loro, le formazioni ribelli che combattono nella vallata di Wadi Barada hanno dichiarato, attraverso un comunicato, la propria contrarietà alla partecipazione delle forze d’opposizione ai colloqui di Astana.
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.