Oltre 680 persone sono arrivate a bordo di piccole imbarcazioni sulle coste di Dorset, in Gran Bretagna, lo scorso venerdì 29 giugno. Si tratta del più alto numero di richiedenti asilo mai arrivati via mare in un solo giorno, mentre il tema dei migranti continua a dividere il Paese. Secondo il ministero degli Interni nel fine settimana scorso le autorità britanniche hanno registrato l’arrivo di oltre 1300 persone, partite dalle coste francesi. Per il governo di Rishi Sunak fermare gli arrivi via mare è diventata una “priorità assoluta”, ma le politiche sin qui adottate non hanno trovato una cornice di legalità e applicabilità.
Proprio venerdì la Corte d’Appello britannica aveva definito “illegale” il piano del governo britannico di espellere alcuni richiedenti asilo arrivati illegalmente verso il Ruanda. Si tratta di un procedimento importante, firmato da tre giudici, che ha ribaltato la decisione dell’Alta Corte che, in un precedente pronunciamento, aveva stabilito che il Ruanda potesse essere considerato un Paese terzo sicuro dove inviare i rifugiati.

“A maggioranza, questa Corte accoglie l’appello sulla questione se il Randa sia un Paese terzo sicuro. All’unanimità rigetta gli altri motivi”, precisa la sentenza. “Esiste un rischio reale che le persone inviate in Ruanda vengano rimpatriate nei loro Paesi d’origine dove subiscono persecuzioni o altri trattamenti disumani quando, in realtà, hanno una buona richiesta di asilo”, ha affermato la Corte. In sintesi, la sentenza dichiara che l’invio di richiedenti asilo in Ruanda violerebbe la Convenzione europea dei diritti dell’uomo, Cedu.
La sentenza non è stata accolta bene dal premier Rishi Sunak il quale ha dichiarato che, pur rispettando la Corte, è “fondamentalmente in disaccordo con le sue conclusioni”. “Credo fermamente che il governo ruandese abbia fornito le assicurazioni necessarie per garantire che non vi sia alcun rischio reale che i richiedenti asilo trasferiti nell’ambito della politica ruandese vengano erroneamente rimpatriati in Paesi terzi, cosa su cui il capo della giustizia è d’accordo”. In una dichiarazione alla stampa nel corso del summin della Nato in Lituania il premier ha aggiunto: “Il disegno di legge sull’immigrazione clandestina sta facendo progressi attraverso il parlamento. Rappresenta, credo, l’atto legislativo più duro che un governo abbia mai presentato per affrontare questo problema”.
Anche la ministra degli interni Suella Braveman, capofila della legge per l’espulsione dei migranti verso il Ruanda, ha promesso battaglia. “Il popolo britannico vuole fermare le barche, e anche questo governo lo vuole. Questo è ciò che sono determinata a offrire e non farò un passo indietro rispetto”, ha dichiarato. Braveman è stata fortemente criticata da diverse associazioni per i diritti umani che hanno definito i suoi discorsi “pieni di retorica e di istigazione all’odio contro i migranti”, trattati come “invasori”. La ministra può ora appellarsi alla Corte Suprema.
Secondo il governo del Regno Unito, nel 2022 sono state registrate 45.755 persone in arrivo in Gran Bretagna su piccole imbarcazioni. Il totale nel 2022 è stato superiore del 60% rispetto al 2021. Mentre continua il braccio di ferro tra politica e magistratura, la società civile non smette di mobilitarsi per il rispetto dei diritti umani delle persone migranti, in particolare per i bambini. Oltre centocinquanta associazioni di beneficienza del Regno Unito, insieme a enti di beneficienza per rifugiati, a leader religiosi, associazioni di medici e altre realtà che operano in ambito umanitario hanno lanciato un appello per chiedere al governo di eliminare i piani per rinchiudere i bambini rifugiati, come prevede il disegno di legge sulle migrazioni illegali.
Toghether with refugees, una coalizione fondata da Asylum Matters, British Red Cross, Freedom from Torture, Rainbow Migration, Refugee Action, Refugee Council e Scottish Refugee Council con lo scopo di “mostrare compassione per le persone in fuga da guerre, persecuzioni o violenze” ha pubblicato il testo dell’appello: “Uno degli aspetti più estremi e crudeli del disegno di legge è la proposta di trattenere i bambini che hanno già subito il terribile trauma di fuggire dalla propria casa e intraprendere un pericoloso viaggio verso il Regno Unito”. Una valutazione d’impatto del Refugee Council ha rilevato che ciò potrebbe interessare oltre 45.000 bambini nei primi tre anni dall’entrata in vigore del disegno di legge, inclusi quasi 15.000 bambini che sono stati separati dai loro genitori e sono arrivati da soli nel Regno Unito.

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