Torturato fino alla morte: video shock mostra il corpo del bambino Hamza Al Khateeb

Hama, Siria 2011

siria-hamza-ali-al-khateebE’ stato diffuso in rete per la prima volta il video shock che mostra il corpo martoriato del bambino Hamza Alì  Al Khatib, sequestrato, torturato e ucciso dalle milizie di bashar al assad nel 2011. Le immagini sono agghiaccianti, consigliate ad un pubblico di adulti. Ora il mondo può capire perché la madre, quando le hanno riportato il corpo esanime, ha detto loro: “No, questo non è mio figlio”. Sono passati tre anni da allora. La morte di questo innocente non deve essere dimenticata. I suoi carnefici sono liberi, la loro presenza è ancora legittimata dal resto del mondo. In questo lasso di tempo sono stati uccisi altri 12 mila Hamza.

Ecco la storia di questo angelo, diventato simbolo dell’infanticidio siriano.

Hamza Alì Al Khatib nasce a Jeezah, nei pressi di Dar’à, la città simbolo della Rivolta della dignità siriana contro il regime di Bashar Assad, il 6 maggio 1998, il giorno in cui la Siria celebra la Giornata dei martiri. Il suo viso solare e luminoso e il suo sorriso spensierato sono diventati il simbolo dell’innocenza del popolo siriano, violata dalla ferocia della dittatura. Il 29 aprile 2011 Hamza è stato arrestato e il suo corpo è tornato alla famiglia il 25 maggio 2011, già in decomposizione, con segni di tortura indicibili, bruciature, con evidenti segni di violenza sessuale e con i genitali tagliati. Persino la madre ha stentato a riconoscerlo… Quando è stato arrestato il piccolo Hamza si trovava, con altre centinaia di persone, nei pressi di Seda, una località dove il regime ha commesso una strage contro manifestanti inermi, procedendo poi con una campagna di arresti immotivati, che appunto hanno preso di mira anche bambini. La brutalità della sua uccisione, ha infiammato le proteste in tutta la Siria e ha smosso le coscienze di migliaia di siriani anche all’estero. Intervistato il 7 dicembre 2011 dalla giornalista Barbara Walters dell’emittente internazionale ABC sulla situazione in Siria e su questa drammatica vicenda, il dittatore Assad ha minimizzato i massacri, dicendo che si trattava dell’uccisione di elementi appartenenti a bande armate e ha annunciato una commissione di inchiesta per far luce sull’accaduto, commissione che, naturalmente, non è mai stata istituita, perché il regime sapeva bene cosa aveva fatto e perché. L’uccisione di Hamza serviva per ammonire i siriani su cosa sarebbe accaduto ai loro figli se non avessero rinunciato alla rivolta, ma la realtà è che la storia di Hamza al Khatib, che non ha potuto spegnere la sua quattordicesima candelina, ha infiammato gli animi di milioni di persone.