Due studenti di una scuola superiore di Damasco sono stati uccisi stamane lungo il tragitto che li avrebbe portati a scuola. I ragazzi sono stati fermati ad un posto di blocco, sono stati malmenati e torturati dalle milizie armate e sono stati poi uccisi.
La loro colpa è quella di non aver rinunciato alla vita, alla voglia di continuare a fare ciò che fanno tutti i giovani della loro età, al desiderio di andare avanti nonostante la guerra, impegnarsi nello studio e pensare al domani, al futuro.
Nella Siria di ieri era considerata un reato la parola libertà, nella Siria di oggi è considerata reato la parola vita.
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